Biblioteca Comunale di Bortigali
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Il passato ti ha trovato, vicequestore Vito Strega. Ma tu non voltarti.
La notizia è di quelle che richiedono un brindisi speciale. Su una terrazza incastonata nel Supramonte, in uno degli hotel più incantevoli della Sardegna, il vicequestore Vito Strega sta festeggiando la nascita della nuova unità investigativa sui crimini seriali. Con lui ci sono le inseparabili ispettrici Eva Croce e Mara Rais. Finalmente tutto sembra andare per il verso giusto. Ma una telefonata li riporta alla realtà e i tre devono salutare il cielo terso e il sole dell'isola. Nelle terre paludose del Parco del Ticino è stato ritrovato il corpo di una ragazza. Quando l'ispettrice Clara Pontecorvo arriva sul posto, stenta a credere ai propri occhi: la vittima ha le mani legate dietro la schiena e indossa una maschera bovina. Mancava solo questo per Clara, che ha già un grosso problema: è alta 1,98, non trova mai dei vestiti adatti a lei. Tantomeno un uomo. L'istinto le dice che quella scena del crimine potrebbe essere la riproduzione di un altro delitto avvenuto anni prima in Sardegna. E nessuno, meglio di Strega, Rais e Croce, conosce quel caso, che aleggia ancora nelle loro vite come un'ossessione. Ora a piede libero c'è un emulatore, che vuole i riflettori puntati su di sé... I poliziotti dovranno essere più uniti che mai, e Vito Strega, per la prima volta così vulnerabile, si troverà a fare i conti con il proprio passato. Piergiorgio Pulixi, in un romanzo dal passo ritmato di danza, si addentra nei meandri oscuri dell'umano e interroga l'essenza più intima di una terra impenetrabile. Dall'inizio alla fine, una domanda, come un tarlo, accompagna Strega e noi lettori: sono i poliziotti a dare la caccia al killer o è lui a dare la caccia a loro?
COME COMINCIA
Strega lanciò un'occhiata al collega al suo fianco e scosse la testa, divertito.
«Si può sapere che c'è? La finisci di sghignazzare sotto i baffi? È un'ora che te la ridi, zio can» sbottò Bepi Pavan, gesticolando col rullo con cui stava imbiancando la parete.
«C'è che mi è impossibile prenderti sul serio, conciato come sei» ribatté il criminologo sopra le note di Hell To Pay di Davy Knowles, un bel soul che faceva da sottofondo alla loro opera di tinteggiatura che procedeva piuttosto a rilento: l'ispettore veneziano, infatti, si interrompeva a ogni piè sospinto.
«E cos'avrei di così bizzarro?» fece Pavan allargando le braccia.
Strega fissò il partner. Il ventre imponente stirava allo spasmo una maglietta con su scritto: MI MISI DALLA PARTE DEL TORTO PERCHÉ AVEVO CAPITO "TORTA". La massa informe e ricciuta di capelli neri era contenuta da una pacchiana bandana arancione. Ma il vero tocco di classe era un paio di ridicoli occhiali da sole azzurrati che doveva aver comprato da qualche venditore ambulante nei pressi della Stazione Centrale.
«Vogliamo iniziare dalla t-shirt o dal fatto che c'è più pittura sulla tua faccia che sulla parete?»