Biblioteca Comunale di Bortigali
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Tra sogni incantati e illusioni perdute, entusiasmi e conformismi, ricordi personali e memorie collettive inconciliabili, un breviario politicamente scorretto di miti, umori e amori di generazioni di italiani, raccontati da un indomabile cantore dei vizi e delle virtù di questo nostro strano Paese.
«Ci ho messo non poco tempo a intendere il mondo e ad avere un'adeguata esperienza del dolore, ossia del sentimento il più immanente al vivere. Sono arrivato al punto del mio cammino in cui assaporo interamente il lusso inaudito della solitudine intellettuale, del sostare a una latitudine dove non devi rendere conto a nessuno dei libri e dei film che ti piacciono e dei criteri con cui giudicarli.»
A volte i libri nascono da desideri, e contemporaneamente sono capaci di generarli. A volte il racconto di sé è in forma di mosaico, e contemporaneamente ne compone e ricompone molti. Se l'intento dell'autore è infatti quello di fare i conti con se stesso e chiarire l'itinerario umano e intellettuale percorso sino a qui, leggendo queste pagine il lettore si immerge in una narrazione formidabile, in cui storia, cronaca, politica, letteratura e tutte le arti del mondo raggiungono un incantevole, perfetto equilibrio. In una caleidoscopica sfilata di eventi e personaggi dello spettacolo e della politica, le cui vicende si intrecciano non solo con ricordi privatissimi, ma anche con fatti rimasti nella memoria collettiva del Paese, entriamo in casa di Marco Pannella nei suoi ultimi giorni di vita, scopriamo il lato politico di Clint Eastwood, ci addentriamo fra i protagonisti della Resistenza italiana, perfetti sconosciuti per i trentenni di oggi, riascoltiamo la voce di Leonardo Sciascia, ripercorriamo la cronaca dei momenti più duri e ambigui del conflitto tra Israele e Palestina. Giampiero Mughini conserva lo sguardo pungente con cui ha raccontato e pesato gli anni sessanta e settanta della storia italiana, dotato della profondità «di un uomo – come si definisce lui stesso – con i capelli completamente bianchi». E oggi, come già nel Dizionario sentimentale di trent'anni fa, del racconto restano il procedere rapsodico e musicale sul filo dei ricordi, il flusso dolce della memoria, i paradigmi morali e sentimentali con relativi furori e disincanto, la capacità di catturare i tratti fondamentali del nostro Paese, senza censure o speranze di redenzione.