Biblioteca Comunale di Bortigali
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Dall'autrice di Una vita come tante, un romanzo audace e brillante che abbraccia tre secoli e tre diverse versioni della storia americana. Un racconto di amanti, di famiglia, di perdita e dell'inafferrabile promessa dell'utopia.
«"Verso il paradiso" è un romanzo trascendente e visionario, di una profondità e una portata sbalorditive. Un romanzo così stratificato, così ricco, così rilevante, così pieno di gioie e terrori su quel puro mistero che è la vita umana, non è solo raro, è rivoluzionario» – Michael Cunningham
«"Verso il paradiso" di Hanya Yanagihara è bello come "Guerra e pace"» – Edmund White
In una versione alternativa dell'America del 1893, New York fa parte degli Stati Liberi, dove le persone possono vivere e amare chi vogliono (o almeno così sembra). Il fragile e giovane rampollo di una famiglia illustre rifiuta il fidanzamento con un degno corteggiatore, attratto da un affascinante insegnante di musica senza mezzi. In una Manhattan del 1993 assediata dall'epidemia di aids, un giovane hawaiano vive con il partner molto più anziano e ricco, nascondendo la sua infanzia travagliata e il destino del padre. E nel 2093, in un mondo lacerato da pestilenze e governato da un regime totalitario, la nipote di un potente scienziato cerca di affrontare la vita senza di lui e di risolvere il mistero delle sparizioni di suo marito. Queste tre parti sono unite in una sinfonia avvincente, con note e temi ricorrenti che si approfondiscono e si arricchiscono a vicenda: una residenza a Washington Square Park nel Greenwich Village; malattie e cure dal terribile costo; ricchezza e squallore; il debole e il forte; la razza; la definizione di famiglia e di nazionalità; la pericolosa giustizia dei potenti e dei rivoluzionari; il desiderio di trovare il proprio posto in un paradiso terrestre e la graduale consapevolezza che non può esistere. Ciò che unisce non solo i personaggi, ma anche queste Americhe, è il loro venire a patti con quello che ci rende umani: la paura, l'amore, la vergogna, il bisogno, la solitudine. Verso il paradiso è un meraviglioso esempio di tecnica letteraria, ma soprattutto è un'opera geniale che affronta le nostre emozioni. Hanya Yanagihara scrive uno straordinario romanzo sul desiderio di proteggere coloro che amiamo – partner, amanti, figli, amici, famiglia e persino i nostri concittadini – e sul dolore che ne deriva quando non possiamo farlo.
COME COMINCIA
Aveva preso l'abitudine, prima di cena, di fare una passeggiata nel parco: dieci giri, certe sere lentamente, altre di corsa, per poi risalire le scale della casa e tornare in camera a lavarsi le mani e aggiustarsi la cravatta prima di scendere a tavola. Oggi, però, mentre usciva, la piccola cameriera nel consegnargli i guanti gli disse: "Mister Bingham dice che si deve ricordare che suo fratello e sua sorella vengono a cena," e lui le disse: "Sì, grazie, Jane, per avermelo ricordato," perché in effetti l'aveva dimenticato, e lei fece una piccola riverenza e gli chiuse la porta alle spalle.
Si sarebbe dovuto sbrigare, non era padrone del suo tempo, ma si scoprì riluttante, e camminava a un passo più lento, ascoltandosi i tacchi sul lastricato che squillavano decisi nell'aria fredda. Il giorno era quasi alla fine e il cielo era di quel ricco viola inchiostro che ogni volta gli ricordava, con dolore, la vita in collegio, a quell'ora in cui ogni cosa si velava di nero e il profilo degli alberi gli si dissolveva davanti agli occhi, come fosse fatto di qualcosa di fumoso e mutevole.